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Il mercato cinese delle telecomunicazioni, è una torta così ricca che Yahoo!, Google e Microsoft si piegano a compromessi pur di non esserne tagliati fuori. L'IBM è cinese da tempo e persino Bill Gates è stato convinto a consegnare i codici segreti di Windows. Pechino ha in internet un esercito regolare di più di trentamila uomini; programmatori di Stato hanno adattato alle esigenze della burocrazia il software libero Linux. Eppure, la maggioranza del popolo fatica a trovare i mezzi per produrre un audiovisivo. Oggi che il ritratto del leader politico è un'icona usata come santino, le migliaia di internet cafè e le gallerie d'arte private sono sotto controllo e nascono centri di rieducazione dove la voglia di comunicare in rete è trattata come una tossicodipendenza. Strumentalizzata, ritroviamo persino una cultura religiosa ibrida: nel tempo, si è sostituito il confucianesimo con il maoismo e quest'ultimo con il "socialismo di mercato con caratteri cinesi" ma la sostanza non muta: l'individuo deve aderire in modo acritico, senza poter scegliere.